Torta mantovana
aprile 22, 2016
Io e il tempo abbiamo un rapporto contrastato ultimamente. Non che pretenda che si fermi ad aspettarmi, certo, ma almeno avere un po' di considerazione... E invece lui fluisce imperterrito portandosi dietro quella manciata di minuti che pensavo di avere convinto ad aspettarmi, col risultato che mi ritrovo in perenne rincorsa.
Neanche con la volontà - e le gambe - di un centometrista riesco a tenergli il passo. E allora ho deciso di tenergli testa a modo mio: lo considero il giusto e lo ignoro in tutte le altre occasioni. Motivo per cui mi ritrovo ad accendere il forno ad orari normalmente deputati a tutt'altro...
Abbracci,
V.
Torta mantovana
170 g di farina
170 g di zucchero
150 g di burro
50 g di mandorle, pinoli, nocciole
5 uova (1 intero e 4 tuorli)
Scorza di limone
Accendete il forno a 180°; ungete e spolverizzate di farina una teglia a cerniera del diametro di 22 cm (potete anche utilizzarne una normale rivestita di carta forno).
Tritate grossolanamente la frutta secca e mettetela da parte. Sciogliete il burro a bagno-maria e lasciatelo raffreddare.
Lavorate a lungo le uova con lo zucchero, finchè non sono diventate chiare e spumose, aggiungete poco alla volta la farina e continuate a lavorare cercando di non sgonfiare il composto. Unite il burro e la scorza di limone grattugiata.
Versate l'impasto nella teglia e completate la superficie con la granella di frutta secca. Infornate per circa 30-40 minuti, abbassando la temperatura del forno a 160° a metà cottura per evitare che la torta scurisca in superficie. Lasciatela raffreddare e completate con zucchero a velo.
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Non è una torta dell'ultimo minuto...
... tutt'altro. È una torta che per anni ha mantenuto un'inappuntabile puntualità a casa nostra: compariva in tavola ad ogni occasione che riguardasse papà , essendo la sua preferita.
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Non è una torta dell'ultimo minuto...
... tutt'altro. È una torta che per anni ha mantenuto un'inappuntabile puntualità a casa nostra: compariva in tavola ad ogni occasione che riguardasse papà , essendo la sua preferita.
Le dosi sono scritte sul vecchio quaderno-ricettario con calligrafia appuntita d'altri tempi, non c'è invece parola del procedimento e, senza l'autrice, avevamo smesso di farla; poco tempo fai, sfogliando l'Artusi, me la sono trovata davanti tale e quale.