Amarena
giugno 26, 2015
Dopo avere fatto outing su un certo mio vizio "conserviero", mi sento più leggera a raccontarvi che qui la produzione sotto vetro continua a ritmi serrati.
Mi perdonerete quindi se quella che vi propongo oggi non è ricetta da tutti i giorni.
E non solo perché le amarene non sono merce classica da supermercato, quindi, o avete la fortuna di trovarle in qualche bancarella, o conoscete qualche contadino compiacente che ve le fornisce. Oppure ancora - ed è il mio caso - le raccogliete direttamente dai vecchi alberi lungo il confine di casa, ammaliati dal bagliore rosso rubino e da quel gusto un tantino aspro che sembra addolcirsi mentre ne mettete una nel cestino e una in bocca, assecondando lo strano principio per cui la frutta ha un sapore diverso se mangiata direttamente dalla pianta.
L'altro ostacolo, superato quello dell'approvvigionamento, è che dovete munirvi di una buona dose di pazienza - prodotto non sempre disponibile - e dedicarvi all'esercizio zen della snocciolatura.
E non sognatevi di utilizzare uno snocciolatore, per quanto manuale; la nonna, tanti anni fa, ne licenziò l'uso dopo il periodo di prova a favore della più rigorosa tradizione. Un gioco in punta di dita: tirate il picciolo, spremete con delicatezza l'amarena e il nocciolo ne esce docilmente lasciandola intatta.
Non vi nego che è un lavoraccio, ma man mano che il volume della frutta cala le vostre mani si fanno più veloci e la mente più leggera, ripetendo il mantra 'amarena-picciolo-nocciolo'.
Abbracci,
V.
Amarena
1 kg di amarene denocciolate
300 g di zucchero
1 limone (circa 50 ml di succo)
Con questo procedimento otterrete una bottiglia da 1/2 litro di succo e 3 o 4 vasetti da 1/4 di litro di amarene (dipende da quante ne mangiate durante la preparazione).
Primo giorno: mettete le amarene denocciolate, lo zucchero e il succo di limone in una pentola, portate a ebollizione per fare sciogliere completamente lo zucchero e spegnete il fuoco. Trasferite in una ciotola capiente (che non sia di metallo), coprite con una garza e lasciate riposare fino al giorno dopo.
Secondo e terzo giorno: colate il succo, mettetelo in una pentola e fatelo bollire per 5 minuti poi unitelo ancora bollente alle amarene.
Quarto giorno: sterilizzate i vasetti e la bottiglia che conterrà il succo facendoli bollire almeno 10 minuti, scolateli e fateli asciugare su un panno pulito.
Colate il succo di amarena e imbottigliatelo; si conserva in frigo per diverse settimane.
Portate a bollore la frutta e versatela nei vasetti quando è ancora bollente; lasciate raffreddare completamente prima di riporre in dispensa.
Amarenata
1/3 di succo di amarena
2/3 di acqua (naturale o frizzante, a piacere)
2 foglie di melissa
Ghiaccio
Mettete il ghiaccio nei bicchieri, aggiungete l'amarena e l'acqua; mescolate e completate con le foglie di melissa. Bevete ben fredda.
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Non è una marmellata
Ormai lo sapete: a casa nostra la marmellata si chiama tutta con lo stesso nome e si fa tutta con la stessa tecnica.
Tranne l'amarena.
Che preparata in questo modo si usa come ripieno per le crostate o per i tortelli dolci; mentre il succo è la base per una bevanda estiva o per una granatina.
Che preparata in questo modo si usa come ripieno per le crostate o per i tortelli dolci; mentre il succo è la base per una bevanda estiva o per una granatina.
Insomma, il processo si allunga notevolmente, ma è uno di quei casi in cui la fatica è doppiamente ripagata.
Alla prossima puntata